Ascoltiamo il Vangelo:
“In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»”.
La società di oggi è piena di modelli di riferimento. La popolazione dei fans osanna i propri idoli e, di essi, quasi per plagio, talvolta, imita ogni sorta di cose: voce, abbigliamento, portamento, modi di dire. E non sempre sono dei veri e propri modelli. Hanno molto poco da insegnare se non addirittura solo trasgressione, banalità, modo di vestire, di fare. Non incidono la sfera interiore ma solo, sterilmente, quella periferica, superficiale, epidermica. Immaginiamo alcuni divi dello sport: campioni sui rettangoli di gioco, pessimi esempi nelle scelte della vita. Non per tutti e non sempre è così ma in netta prevalenza, purtroppo, sì.
Poche sono le volte che Gesù nei suoi interventi, nella sua predicazione ha avuto modo di pro