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Adriano Celentano scrive a Stefano Cucchi
Sul sito di Adriano Celentano, qualche giorno fa è apparsa questa lettera indirizzata a Stefano Cucchi, morto in circostanze assai misteriose mentre era in custodia delle forze dell’ordine nel 2009.Una sentenza, quella che ha assolto guardie e medici, da molti sentita come ingiusta e che ha stimolato queste poche righe del “molleggiato”, cariche di speranza e di affetto per un ragazzo a cui facilmente accostiamo un verso di un altro grande della canzone (forse poesia…) italiana, Fabrizio De André: “Non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte / mi cercaron l’anima a forza di botte”…Ciao Stefano!
Hai capito adesso in che mondo vivevi? Certo dove sei ora è tutta un’altra cosa. L’aria che respiri ha finalmente un sapore. Quel sapore di aria pura che non ha niente a che vedere con quella maleodorante che respiravi qui sulla terra. Lì, dove sei adesso, c’è la LUCE, la LUCE vera!!! Che non è quella flebile e malata di quei giudici “ignavi” che, come diceva Dante, sono anime senza lode e senza infamia e proprio perchè non si schierano nè dalla parte del bene e nè da quella del male sono i piu’ pericolosi, e giustamente il Poeta li condanna. Ma adesso dove sei tu è tutto diverso. Lì si respira l’AMORE del “Padre che perdona” e non di chi ti ha picchiato e massacrato fino a farti morire. Sei finalmente libero di amare e scorrazzare fra le bellezze del Creato, senza piu’ il timore che qualche guardia carceraria ti rincorra per ucciderti. Perchè dove sei tu non si può morire. La morte non è che un privilegio dei comuni mortali e quindi proibito a chi non ha la fortuna di nascere. Un privilegio dell’ANIMA che, se non la uccidiamo del tutto, ci riconduce alla Vita ETERNA
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